Questa è la storia del tentativo di rendere concreto un principio astratto come quello dell’uguaglianza, la storia di chi, dentro le aule scolastiche, ha cercato di rimuovere gli ostacoli, di inventare una pratica trasformando l’ideologia democratica in pratica democratica. In quelle condizioni, di fronte ad un problema così grande, come potevamo insegnare la libertà noi che non l’avevamo vissuta? Che cosa voleva dire “e ogni altro mezzo”?». Ecco, ricorda Lodi, «noi siamo stati buttati allo sbaraglio quando abbiamo vinto il concorso magistrale. Questo libro, insomma, vuole ricostruire relazioni, pratiche, discussioni che vedono protagonisti uomini e donne che usciti dalla seconda guerra mondiale si sono posti, nello stesso momento, la stessa domanda, sollecitati dalla Costituzione che recita: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo». Il libro non rappresenta la biografia di Mario Lodi ma «usa la storia di un singolo per illuminare un percorso collettivo.
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